Perché Il nostro ciclo produttivo segue strettamente quello storico

  1. Queste corde sono fatte utilizzando esclusivamente budello intero di agnello (cioè non tagliato in strisce) secondo la tradizione storica italiana in uso almeno dalla metà del XVI secolo fino ai primi due decennni del XX e che fù fino ad oggi -2018- considerata definitivamente perduta. In  Francia, Austria e Germania, dove non si disponeva di animali di piccola taglia, si era invece obbligati a tagliare longitudinalmente il budello in due strisce distinte altrimenti le corde dei cantini (del Violino, Liuto etc) risultavano troppo grosse. Il taglio del budello in strisce fù però in Italia, Spagna e Portogallo  da sempre  considerata una frode commerciale tanto da comportare pesanti procedimenti penali e pecuniari fino ad arrivare all’espulsione della corporazione dei cordai per coloro che mescolavano le strisce con il budello intero e/o spacciavano corde fatte a partire da  strisce per quelle realizzate con budello non tagliato.
    Agli inizi del XX secolo tuttavia anche in Italia si passò definitivamente a tagliare il budello in striscie abbandonando per sempre la procedura dei secoli precedenti.  Grazie alle nostra competenza tecnica unita alla costante attività di ricerca durata alcuni decenni siamo alla fine  giunti a riportare alla luce l’intero ciclo produttivo storico con particolare riguardo alla parte chimica e alla delicata scelta del budello grezzo di partenza.

 

  1. Il tipo di budello utilizzato ha indubbiamente una grande importanza nella qualità della corda finita. Quello che noi utilizziamo proviene soltanto da animali che vivono in precise condizioni climatiche e di alimentazione: analogamente a quanto accade per quella tipologia di abete specialmente adatto alle tavole armoniche (abete ‘maschio’ della val di Fiemme), possiamo a ragione introdurre il concetto di ‘budello da musica’. Secondo la nostra esperienza, ormoni, medicine e ambiente parzialmente inquinato non influenzano le caratteristiche della materia prima.

 

  1. I bagni di trattamento chimico da noi impiegati contengono lo stesso principio attivo presente nelle fecce di vino bruciate utilizzate dai cordai del passato nei loro bagni, costituiti da  potassa di origine vegetale utilizzata a diverse concentrazioni.

 

  1.  Le nostre conoscenze dell’intero processo produttivo storico ci permettono di partire, volendo, direttamente dal materiale fresco proveniente dal macello. Per comodità preferiamo tuttavia utilizzare del budello già perfettamente sgrassato manualmente dal fornitore di materia prima, il quale si prende pertanto carico di espletare, con grande perizia, le fasi 1,2,3 della procedura storica sotto elencata. Vi sono molte evidenze documentarie che questo accadeva comunemente anche nel passato nel caso in cui il macello non fosse situato a breve distanza dalla corderia, dove arrivava stivato pulito e salato, in botti di legno.

 

  1. Levigatura manuale o rettifica meccanica?
    La levigatura storica prevede che le corde vengano levigate manualmente mediante uno straccio al cui interno si trova una particolare erba di natura abrasiva (al tempo usavano anche pomice in polvere) umettata con qualche goccia d’olio: naturalmente conosciamo bene questa tecnica (e la possiamo certamente applicare); vi sono tuttavia tre importanti aspetti  che ci hanno portato invece ad optare per la rettifica meccanica:
  • Le corde levigate a mano presentano sempre una certa percentuale di  corde false (a causa del diametro non costante) dovuta a inevitabili possibili imprecisioni dell’operatore e/o irregolarità della corda.
  • Con la levigatura di tipo manuale non si ha la possibilità di realizzare a piacere tutta la precisa scalatura dei diametri commerciali, anche se le corde di partenza sono composte tutte dallo stesso numero di fili. A puro titolo di esempio, in una partita di  cantini di violino  che siano tutti composti da tre budelli abbinati, le corde levigate presentano un range di diametro di natura ‘casuale’ che seguono il profilo una curva a campana detta ‘gaussiana’ compresi tra 0,62 e 0,73 mm: esso risulta  eccessivamente ampio secondo i moderni criteri   che sono espressi in ‘salti’ di centesimi di mm tra corda e corda (ad esempio 62; 64; 66; 68; 71; 73 etc etc). Con la levigatura meccanica (tarata in modo da evitare di fare la corda totalmente liscia) si riesce a rispettare maggiormente le esigenze moderne senza incidere troppo nella qualità della corda.
  • Con la levigatura manuale non si ha il controllo sulla quantità di materiale asportato mediante sfregamento: in genere il materiale asportato è di entità maggiore di quello asportato invece da una rettifica meccanica. Questa macchina ha infatti la possibilità di poter regolare esattamente l’intensità del grado di levigatura desiderato e di mantenerlo costante.
per gentile concessione di Daniele Mari
per gentile concessione di Daniele Mari
per gentile concessione di Daniele Mari

Il ciclo produttivo storico

Il nostro ciclo produttivo

(nota bene: i passaggi 1;2,3  del ciclo storico necessari per ottenere una materia prima perfettamente sgrassata sono svolti dal produttore -il macello-). Anche nel passato si procedeva in questo modo, quando il macello non era nelle inmmediate vicinanze della corderia.

1| Vuotatura

L’intestino tenue di ovino, che è lungo 20-25 metri, viene vuotato delle feci e limo presenti al suo interno mediante spremitura manuale. Questa operazione deve essere fatta al più presto possibile entro il macello stesso.

1| Vuotatura

 

(operazione eseguita dal produttore)

 

2| Fermentazione putrida

Il budello precedentemente svuotato viene risciacquato in acqua corrente e poi messo a fermentare in acqua per 1-2 gg così al fine di rendere labile il legame tra le varie membrane costituenti l’intestino e permetterne la loro separazione.

2| Fermentazione putrida

(operazione eseguita dal produttore)

 

3| Scarnatura

 

Mediante una canna tagliata a metà vengono asportate per raschiamento tutte le membrane inutili liberando la sola membrana muscolare.

3| Scarnatura e salatura finale

(operazione eseguita dal produttore)

4| Immersione preventiva in bagno di potassa (acqua di Tempra)

proveniente da fecce di vino bruciate

Il budello subisce per diversi giorni un condizionamento chimico con bagni di diversa concentrazione finalizzati ad ottimizzare al massimo le qualità acustiche e di resistenza meccanica del budello oltre che permettere la pulizia finale dal grasso residuo del materiale.

4| Disalazione e sucessiva immersione in soluzioni di potassa chimicamente pura (bagni di tempra)

 Il budello subisce per diversi giorni un condizionamento chimico con bagni di diversa concentrazione di Carbonato di Potassio finalizzati ad ottimizzare al massimo le qualità acustiche e di resistenza meccanica del budello.

5| Passaggio al ditale

Questo procedimento è finalizzato ad asportare le ultime tracce di grasso, mucosa e sub mucosa eventualmente ancora presenti. Le budella si passano pertanto ripetutamente più volte al giorno e per una settimana intera manualmente al ditale sgrassatore incrementando di volta in volta la concentrazione della soluzione di potassa.

5| Passaggio al ditale

I vari passaggi al ditale non si rendono necessari poiché il materiale viene fornito già perfettamente sgrassato dal produttore

 

6| Selezione

I budelli vengono ora selezionati a seconda del loro diametro. I budelli più maggiori vengono utilizzati per realizzare le corde più grosse, i più piccoli per le corde più sottili, come in uso nel metodo storico.

6| Selezione

Il diametro dei nostri budelli è già stato selezionato a monte dal fornitore. I budelli più grossi vengono utilizzati per realizzare le corde più grosse, i più piccoli per le corde più sottili, come in uso nel metodo storico.

7| Taglio del budello in strisce: non eseguito

Il taglio longitudinale del budello serve per ottenere due strisce. Questa tecnica fu largamente in uso fuori dall’Italia, dove, al contrario, non si disponeva di intestini di piccolo diametro.

7| Taglio del budello in strisce: non eseguito

8| Abbinamento dei budelli a seconda del diametro di corda voluto

A seconda del diametro finale ricercato si uniscono tra loro un diverso numero di budelli annodati tra loro ai due estremi.

8| Abbinamento dei budelli a seconda del diametro di corda voluto

A seconda del diametro finale ricercato si uniscono tra loro un diverso numero di budelli annodati tra loro ai due estremi.

9| Torcitura delle corde al telaio

Le corde vengono ritorte in telaio in legno di tipo mobile.

9| Torcitura delle corde al telaio

Le corde vengono ritorte in telaio mobile in lega leggera di alluminio.

10| Passata con crine di cavallo intrecciato

Le corde fresche appena tese al telaio vengono sfregate con una treccia di crine di cavallo bagnata di acqua di tempra. Lo scopo è quello di regolarizzare e uniformizzare la corda ed asportare l’eccesso di acqua imbevuta.

10| Passata con crine di cavallo intrecciato

Le corde fresche appena tese al telaio vengono sfregate con una treccia di crine di cavallo bagnata di acqua di tempra. Lo scopo è quello di regolarizzare e uniformizzare la corda ed asportare l’eccesso di acqua imbevuta

11| Sbianca mediante solforazione

Le corde fresche tese in telaio si trattano in stanza ermeticamente chiusa con vapori di anidride solforosa fino a presentare, una volta ben seccate, una colorazione giallo chiara.
Nota bene: qualunque tipo di budello che non sia stato sbiancato si presenta sempre di colore marrone scuro fino al nerastro.

11| Sbianca mediante acqua ossigenata

Nel passato il solo agente sbiancante conosciuto era l’anidride solforosa ottenuta bruciando dello zolfo. Siamo in grado di farlo anche noi tuttavia preferiamo utilizzare in alternativa acqua ossigenata diluita: vi è meno impatto ambientale mentre il risultato estetico finale risulta il medesimo.

12| Essicamento e ritorcitura

Le corde seccandosi necessitano di altre torciture aggiuntive

12| Essicamento e ritorcitura

Le corde seccandosi necessitano di altre torciture aggiuntive.

13| Levigatura manuale

Le corde, dopo essere state seccate all’aria aperta vengono levigate al liscio mediante uno straccio contenente erba abrasiva secca (o polvere di pomice) umettata di olio entro uno straccio. Di norma i cantini si levigavano solo leggermente lasciando la superficie un poco ruvida.

13| Rettifica meccanica

Mediante l’impiego della rettifica senza centri le corde subiscono soltanto una modesta e controllata riduzione del loro diametro, le corde risultano pertanto perfettamente omogenee e non si hanno corde false di scarto come invece sicuramente purtroppo accade con la levigatura manuale. Le corde così leggermente trattate durano di più, non ci sono scarti di corde false e vengono mantenute le stesse caratteristiche acustiche e di stabilità ai cambi climatici delle corde levigate a mano.

14| Oliatura

Al termine della levigatura le corde vengono oliate con olio di oliva, tagliate dal telaio e confezionate. In Italia si usava esclusivamente questo tipo di olio.

14| Oliatura

Al termine della rettifica le corde vengono trattate con olio di oliva, tagliate dal telaio e confezionate.