E’ il massimo diametro che risulta ancora atto a produrre una resa acustica  mediamente accettabile per le nostre orecchie (è in altre parole il suo grado di inarmonicità). Il limite risulta empirico ed è funzione innanzitutto del grado di elasticità della corda. Seguono poi i fattori esterni, vale a dire:

  • la lunghezza vibrante, se lo strumento è a pizzico o ad arco
  • la qualità dello strumento
  • la tensione di lavoro.

Si può anche qui esprimere come Indice di  Qualità Acustica, pari cioè al prodotto della lunghezza vibrante dello strumento in metri per la frequenza in Hz della corda in esame.

Empiricamente parlando, nella famiglia dei liuti mezzano in Sol (costruiti oggigiorno con 60-62 cm di lunghezza vibrante) una corda di 1,0 mm (5 coro) che sia stata realizzata in alta torsione comincia di per sé ad essere afona al punto tale da richiedere l’ottava appaiata. Il diametro di 1,40 mm, nel caso di una corda realizzata a gomena (tipo Venice) si può considerare senz’altro come il limite estremo di accettabilità (il 6 coro di un liuto). Nel caso di uno strumento ad arco di pari lunghezza vibrante tale  limite si eleva empiricamente di una fattore 1,1.

A cosa serve saperlo?

Serve per poter decidere, durante il calcolo dei diametri,  quando è arrivato il momento di passare da una corda in budello naturale, Nylgut o Nylon ad una di tipo ricoperto.

Regola pratica:

  • Indice di Qualità Acustica di 100: una corda di budello/Nylgut/Nylon comincia a manifestare una certa perdita di qualità acustica (necessità, ad esempio, delle ottave appaiate nei Liuti)
  • Indice di Qualità Acustica minore di 80: bisogna passare ad una corda di tipo rivestito o di budello appesantito.