Il diametro viene oggigiorno misurato per mezzo di un micrometro di elevata precisione.
Bisogna tuttavia avvertire di verificare accuratamente lo zero prima di ogni misura e di non schiacciare eccessivamente la corda durante la misura. In entrambi i casi si otterrebbero dati sfalsati.
E nel passato??
A partire dal 1830 circa e fino alla metà del XX secolo i musicisti si servirono del misuracorde o gauge (la prima descrizione si trova in LOUIS SPOHR; Violinschule […], Wien 1832).
Luis Spohr’s gauge is a metal plate with an acute ‘V’ with gauges scored on the edges: the string slid in until it touches both sides of the V. at this point we read its gauge value.
This method, obviously, allows for a certain margin of approximation. We have no record of similar methods being used in the 18th century.
Marin Mersenne (Harmonie universelle, Paris 1636) suggests winding the string around a small cylinder a given number of times, measuring its length and dividing by the number of spires.
Esso è nella pratica una piastrina di metallo con un intaglio a ‘V’ piuttosto acuto: la corda da misurare si inserisce all’interno dell’intaglio spostandola fino a che non aderisce ad entrambi i lati dello stesso. A questo punto si legge la misura sulla scala graduata lungo l’intaglio. Va da sé che la misura presenta un certo grado di incertezza. Non sono noti sistemi simili in uso nel XVIII secolo. Marin Mersenne (Harnomie universelle […], Paris 1636) suggerisce di avvolgere intorno ad un cilindretto un numero noto di spire ben accostate e quindi di misurarne l’intera larghezza e dividerla per il numero di spire.

