La scalatura dei diametri (esempio: 62, 64, 66 etc..) è un’invenzione relativamente moderna; adottata dopo l’introduzione della rettifica meccanica di precisione.

Sino agli inizi del XX secolo il diametro di una corda era stabilito soprattutto dal numero di budelli necessari per fabbricarla. Il cantino di violino ad esempio ne utilizzava generalmente tre.

Questo sta a significare che, essendo il budello un prodotto naturale non standardizzabile completamente nelle sue dimensioni fisiche, si otteneva non un calibro unico bensì un range di diametri prodotti.

Sempre nel caso del violino il range di calibri ottenibili con tre budelli di agnello variava tra 0,65 mm e 0,75 mm, con una forte prevalenza quantitativa dei calibri intermedi (0,68 mm – 0,70 mm).

Le corde venivano generalmente vendute in buste oliate contenenti 30-50 corde fatte tutte a partire dallo stesso numero di budelli: spettava al musicista innanzitutto selezionare, mediante il test di Mersenne, le corde false da quelle buone e poi, tramite il misuracorde, separare quelle per lui troppo sottili o troppo grosse.