
Microguitar®
by Mimmo Peruffo
La Microguitar è la prima chitarra classica al mondo resa micronizzata grazie all’innovativa tipologia di corde da noi realizzata
Alessandro Giordani – presentazione Microguitar
INFORMAZIONI TECNICHE:
TOP | Cedro
CUTAWAY | No
CORPO | guscio in ABS
MANICO | Okumé
TASTIERA | Noce
CAPOTASTO| Osso
PONTE | Osso
SCALA | 432 mm
TASTI | 18
LARGHEZZA CAPOTASTO | 48 mm
PICKUP | opzionale
CORDE | Aquila 187C
CUSTODIA | non inclusa
Paolo Pilo – Microguitar demo
È un dunque un Guitalele/guilele?
No assolutamente, anche se vi assomiglia. Le differenze sono innanzitutto nell’accordatura, che è uguale a quella di una normale chitarra classica. Vi sono inoltre altri accorgimenti costruttivi che fanno in modo di esaltare volume acustico e una discreta risonanza proprio nel campo frequenze basse così da imitare in tutto e per tutto una chitarra classica. Nulla vieta comunque di accordarla in La o anche in MI sovra-acuto di nostra produzione. La muta Aquila qui utilizzata è la 187C di codifica.
Perché gli altri, seguendo il vostro esempio, non possono miniaturizzare una chitarra classica come avete fatto voi?
Negli anni ’50 inventarono il transistor il quale permise la miniaturizzazione delle radio. Senza la scoperta del transistor non sarebbe stato possibile. Il nostro transistor sono la tipologia di corde basata sull’impiego base di una bioplastica di recente scoperta e che noi chiamiamo ‘Sugar’ e di cui abbiamo l’uso in esclusiva.
Misure scientifiche hanno dimostrato che esso possiede un sustain pari al 24% di più delle corde in Fluorocarbonio mentre la potenza in Joule e del 18% maggiore: questa bioplastica viene da noi caricata con quantità variabili di ferro micronizzato andando a realizzare delle corde ad altissima efficienza acustica e da qui la miniaturizzazione. In altre parole siamo di fronte ad una tecnologia di frontiera.


Quindi le corde sono tutte di Sugar?
No. Le sei corde sono molto diverse sia dal punto di vista meccanico, sia dal punto di vista dei materiali utilizzati che dal punto di vista della tecnologia utilizzata: questo al fine di ottenere una perfetta omogeneità timbrica e di volume acustico. Ad esempio la prima e seconda sono a base sugar caricate con polvere di ferro, la quale è maggiore nella seconda corda. La terza è una corda di multifilamento rivestita con un sottile filo acciaio inox bilanciata nei suoi componenti in modo da garantire una sonorità ‘cerniera tra la seconda e la quarta ed allo stesso tempo durata nel tempo (l’acciaio è un materiale molto robusto e anche inossidabile).
La quarta e la quinta e la sesta utilizzano del filo di rame verniciato di rosso: il fine è di ridurre sia la rumorosità al passaggio delle dita e sia di eliminare potenziali allergie ai metalli.
La Sesta, che è la corda più critica nel range del basso, utilizza uno speciale multifilamento di impiego aerospaziale il quale permette una resa acustica ancora migliore del tradizionale multifilamento in base Nylon. Non si usa per la quarta e la quinta rivestire perché altrimenti si avrebbe una eccessiva brillantezza e sbilanciamento tonale con le altre, soprattutto la sesta.
Quali altri accorgimenti avete adottato?
La tavola armonica è in cedro massello, questo al fine di mantenere la timbrica della chitarra classica e dar maggior enfasi alle frequenze basse. Si è usato mogano per il manico e il ponticello mentre la tastiera e la lastronatura della paletta è in noce. Si sono evitati intenzionalmente legni tropicali costosi e/o rari.
Il gusci stile ‘Ovation’ da noi prodotto in ABS nero goffrato (nel prossimo futuro intendiamo poi utilizzare una bioplastica) non è stato scelto solo per un distinguo commerciale ma perché così facendo otteniamo meno consumo di legno, costi più ridotti, maggior volume acustico e una miglior risonanza sulle frequenze basse, che è il vero problema da risolvere in uno strumento così drasticamente miniaturizzato.
La larghezza del manico al capotasto è molto vicina a quella della normale chitarra classica mentre l’attaccatura del manico alla cassa si realizza al 14 tasto, non al 12. Questo rende lo strumento più versatile e rede la sua estetica più slanciata ed elegante

Perché avete scelto quel sistema di aggancio delle corde al ponticello?
Sia per per necessità che per vezzo: ci troviamo infatti di fronte ad uno strumento dotato di sei corde la cui tensione avrebbe insistito su di un ponticello di limitata superficie soggetta ad incollatura sulla tavola armonica; un ponticello come questo da noi adottato invece scarica lo sforzo direttamente sulla tavola armonica ed ha anche la sua valenza estetica e di distinguo.
Avete previsto opional?
Si: a richiesta possiamo installare un piezo sotto osso del ponte e Jack di uscita diretta senza preamplificazione; allo stesso tempo stiamo studiando un sistema per installare una eventuale tracolla
