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Come montare correttamente le corde di budello così da evitare rotture e allo stesso tempo garantire una rapida e stabile intonazione
Nella nostra azienda ci sentiamo talvolta dire: ‘ho montato la prima corda ed è saltata, ne ho montato un’altra ed ha fatto la stessa fine. Sono trenta anni che suono il violino (la viola da gamba, il cello etc) e so come si monta una corda…’
Ma basta essere musicisti esperti per dirsi anche esperti installatori di corde di budello?
Caratteristiche critiche delle corde di budello
Le corde di budello, essendo un materiale di derivazione naturale, possono a volte presentare effettivamente dei problemi: si parla allora di corde difettose.
Una corda può definirsi difettosa quando:
- è stata eccessivamente rettificata: al tatto e a vista la si vede sana e perfettamente liscia; in realtà le fibre esterne hanno subito un danneggiamento eccesivo. Poco dopo l’istallazione la corda solleva pertanto dei minuscoli peli che sono in realtà le fibre spezzate.
- Presenta al suo interno qualche minuscolo puntino biancastro (macchiette di grasso): corde di questo tipo si rompono immediatamente durante l’accordatura
- Una volta montata si rompe improvvisamente lontano dai punti di vincolo (capotasto e ponticello)
Le corde di budello sono in sè molto robuste alla trazione ma presentano due aspetti deleteri:
- Sono molto tenere e quindi soffrono molto di eventuali punti di scorrimento/contatto che siano anche minimamente taglienti
- Durante i climi umidi assorbono molta umidità, diventano meno compatte e quindi ancora più sensibili ai punti di scorrimento
- Inducono molto attrito nei punti di scorrimento arrivando anche ad appiattirsi nei solchi oppure scorrono a scatti
Le soluzioni generalmente adottate come ad esempio passare della grafite sui solchi del capotasto non è di alcuna utilità se prima i solchi non sono stati fatti secondo dei criteri adatti alle corde di budello che possiamo vedere in questi esempi



La cosa più importante da osservare è che i solchi risultino leggermente incisi, non arrivano mai ad avere punti di piega troppo netti e infine il capotasto è lisciato a specchio. Solo a questo punto risulta utile la mina della matita aggiunta nei suddetti solchi.
I trattati del tempo, come quello di Thomas Mace (Musik’s Monument, London 1676) ci suggeriscono come deve essere sistemato il capotasto del Liuto al fine di non avere rotture di corde e stabilità di intonazione:


Le fonti iconografiche del Seicento infine mostrano spesso un particolare tipo di nodo marinaro detto Bowline il quale serve a suddividere a metà lo sforzo di trazione della prima corda in due punti distinti al foro della cordiera (è sufficiente limitare il suo utilizzo alla prima corda):


Vi sono altre buone pratiche da seguire:
- Effettuare l’accordatura della corda tenendola fuori dal solco del capotasto e, nel caso degli archi, alzando la stessa ogni tanto dal ponte: in questo modo si evita di far scorrere la corda in punti di attrito e si garantisce la costanza della tensione nei tratti monte e a valle dei punti di appoggio della stessa. Inserire la corda nel solco del capotasto ad accordatura avvenuta (o anche nei suoi pressi).
- Ogni tanto è bene tirare la corda alla sua metà in modo da scaricare il suo allungamento ‘non recuperabile e allo steso tempo serrare bene i punti dove essa è vincolata (la corda sarà così immediatamente pronta ad essere suonata)
- La messa in tensione della corda deve essere lenta, non veloce. Il materiale deve aver il tempo di adattarsi al cambiamento
- Il tratto di corda avvolta al pirolo deve essere la quantità più ridotta possibile facendo in modo che al primo giro la corda sormonti sé stessa e poi accostando le spire, non sovrapponendole: vedere le indicazioni di Thomas Mace (Musik’s Monument, London 1676) .
In questi video sono riassunte tutte le raccomandazioni:
Strumenti Sudamericani


SUGAR
La sonorità di queste corde risulta essere decisamente brillante, pulita e netta al tocco e di grande potenza acustica. A differenza delle corde in Fluorocarbonio, queste corde possiedono un eccellente vibrato ed una notevole variazione timbrica , qualora suonate nei pressi del ponticello e poi verso la buca. Test di laboratorio hanno dimostrato che lo Sugar possiede una potenza in Joule e un sustain pari rispettivamente al 24% e 18% superiore a quella delle corde in fluorocarbonio.
Queste corde inoltre contengono nel loro estremo la dolcezza e cantabilità del budello e la chiarezza e prontezza tipiche del Fluorocarbonio. Un’altra importante proprietà è il caratteristico, notevole sustain, che da misurazioni scientifiche è risultato superiore ad ogni tipologia di corda attualmente disponibile nel mercato. Un’altra caratteristica misurata è la potenza di emissione: i nostri test scientifici hanno dimostrato che essa è superiore a quella delle corde in Fluorocarbonio. Nonostante la superficie sia estremamente liscia il grip sulle dita risulta notevole, in altre parole non scivoloso.
In caso di sibilo che può inizialmente manifestarsi alle dita della mano destra si suggerisce di usare un poco di crema mani o meglio ancora pasta ammorbidente utilizzata per aderire ai fogli di carta.
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RED SERIES
Questo set introduce per la prima volta un principio rivoluzionario mai adottato prima: invece di cambiare i diametri delle corde che compongono il set si va a modificare il loro peso specifico mantenendo fisso per quanto possibile il diametro.
Com’è noto, per raggiungere le frequenze più gravi occorre incrementare il diametro della corda. Ma con l’aumento del diametro si ha anche un nocivo incremento del suo smorzamento interno: la corda si presenta perciò meno brillante e pronta al tocco, in altre parole ‘ovattata’. A tutti è nota infatti la grande differenza di qualità sonora tra la prima e la terza corda della chitarra.
Con il nostro rivoluzionario principio invece di agire sul diametro agiamo sul peso specifico della corda incrementandolo progressivamente.
Il risultato è stupefacente: lo strumento non solo suona incredibilmente brillante, potente e pronto nell’intero suo range anche sovracuto, ma è anche maggiormente intonato sui tasti (è noto che le corde più grosse premute sui tasti crescono maggiormente di frequenza)
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NYLGUT
Questo materiale innovativo è stato scoperto e perfezionato nei nostri laboratori dopo un lungo periodo di ricerca e dopo essere stati minuziosamente testati, dando luogo così a un nuovo prodotto sintetico di alta tecnologia.
Analogamente al budello, il Nylgut® è un materiale sensibile al taglio. Prima di montare le corde assicurarsi che i solchi al capotasto e al ponticello siano poco profondi, perfettamente levigati e privi di angoli taglienti. In caso contrario utilizzare della tela smeriglio di grana 600 o della lana d’acciaio a grana fine.
Per raggiungere entro pochi minuti una perfetta stabilità di intonazione si consiglia di tirare lateralmente, e con forza, ogni singola corda durante la fase di accordatura. Sospendere l’operazione soltanto quando la corda non cala ulteriormente di frequenza.
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Eguale tensione in Kg/ eguale sensazione tattile di tensione: alcuni utili chiarimenti


Da almeno una decina di anni è molto in voga presso i suonatori di strumenti ad arco storici la cosiddetta montatura in equal tension, ritenendo che essa sia l’interpretazione scientificamente esatta di ciò che si faceva nel passato (e che si ritrova in alcune fonti storiche riferite soprattutto al Liuto): le corde devono presentare tutte la stessa sensazione tattile di tensione.
La Fisica dimostra infatti per via matematica che corde che presentano lo stesso gradiente di deviazione qualora sottoposte ad un medesimo peso agente (che si trova sempre alla stessa distanza dal ponticello) hanno anche la medesima tensione in Kg.
Quello che è sfuggito è però il fatto che questa relazione matematica è vera soltanto con corde già in avvenuto stato di trazione; non è invece assolutamente vero se si parte invece da diametri teorici ottenuti tramite calcolo (la formula delle corde di Mersenne-Tyler) e tutti alla stessa tensione di lavoro impostata nella formula; come invece sembrano fare (e scrivono) i sostenitori della egual tensione di oggi.
Già Huggins, nel tardo XIX secolo, si era accorto di questa differenza (ma anche il conte Riccati nel 1760):

Ecco cosa in realtà accade: qualora sottoposte agli stessi Kg, le corde più sottili si assottigliano percentualmente in maniera maggiore rispetto a quelle via via più grosse.
In altre parole: una volta che sono messe in trazione ciascuna corda calerà della sua propria specifica percentuale (che è dipendente dal grado e tipo di torsione: per esempio bassa o alta torsione, fatte a gomena etc e infine dal suo Indice di Lavoro in seno allo strumento, detto prodotto FL) la quale sarà la massima per le più acute e più sottili e minore per quelle via via più grosse.
Ma se si applica ora la formula delle corde al nuovo assetto di diametri in stato di avvenuta accordatura (trazione, cioè), si noterà invece il raggiungimento di una tensione di tipo scalare di natura rovesciata e che al tatto produrrà invevitabilmente un feel di natura scalare parimenti rovesciato (minimo nel cantino, massimo nelle corde più grosse).
Abbiamo a tale scopo eseguito nel pratico le verifiche di quanto descritto da Di Colco, Mozart e Mersenne smentendo sistematicamente i risultati che apparentemente sembravano confermare l’ipotesi dell’eguale tensione come da formula delle corde.

Lo stesso Mersenne non solo dice che nessuno dei suonatori del suo tempo segue le sue indicazioni teoriche ma introduce anche un coefficiente correttivo di 1/16 alla formula delle corde senza fornire alcuna spiegazione del perchè provocando quindi delle contestazioni (vedi ad esempio Daniello Bartoli, 1692).

Nel “Preludium1” 1650, Attanasio Kircher fornisce il numero di budelli necessari per realizzare le corde da Violone romano:
“ Est hic Romae Chelys maior, quàm Violone vulgò vocant pentachorda, cuius maior chorda consesta est ex 200 intestinis. Secunda ex 180. Tertia ex 100. Quarta ex 50. Quinta denique ex 30. (19)
Questi dati sono molto interessanti e unici perché definiscono il numero di budelli da impiegare per realizzare le corde di questo grosso strumento.
Per verificare il profilo di tensione da altre informazioni storiche sappiamo che con tre budelli interi di agnello di circa 8 mesi di età si ottenga un diametro medio di 0,70 mm. Per semplice proporzione si ricava quanto segue:
1: 2,21 mm (30 budelli)
2: 2,85 mm (50 budelli)
3: 4,04 mm (100 budelli)
4: 5,42 mm (180 budelli)
5: 5,71 mm (200 budelli)
Il Chelys Maior è così accordato: E, A, DD, GG, (e infine FF)
Calcoliamo le tensioni considerando un corista ‘romano’ di 392 Hz ed una lunghezza vibrante da noi supposta di 90 cm si ottengono:
1: Mi 35,50 Kg
2: la 26,31 Kg
3: Re 23,54 Kg
4: Sol 18,88 Kg
5: Fa 16,64 Kg
Il profilo di tensione è di tipo scalare; per il tipo di scalarità esso riconduce anche ad un profilo eguale feel tattile. Questo è un esempio diretto del XVII secolo che testimonia la scalarità della tensione in Kg= equal feel tattile di una montatura per archi

Sfortunatamente nessuno dei sostenitori odierni dell’eguale tensione, per quello che almeno ci risulta, abbia mai fatto i test di verifica di quanto affermato in questi trattati, fidandosi pertanto ciecamente di quanto scritto.
Conclusione: una montatura che riproduca un eguale feel tattile si raggiunge pertanto soltanto realizzando nel calcolo teorico una certa scalarità della tensione espressa in Kg. Nelle nostre corde abbiamo infatti calcolato il giusto gradiente di scalarità: ecco perché siamo in grado di fornire montature in vero equal feel come in uso ni tempi antichi; ci rifiutiamo invece di fornire montature in equal tensione da calcolo perchè priva di alcuna base storica e dannose alla buona esecuzione, come già sottilineato da Huggins nel XIX secolo.
Vivi felice
Mimmo Peruffo
Corde Aquila per Oud
CORDE AQUILA PER OUD
I nostri set e le corde singole sono pensati per diversi tipi di oud:
- Arabic: cc; gg; dd; AA; FF; C
- Iraqi : ff, cc, gg, dd, AA, F
- Turkish Oud: dd, aa, ee, BB, AA, E
Offriamo anche corde singole per le varie accordature:
- Arabic cc; dd; gg
- Iraqui cc; dd; ff; gg
- Tukish aa; dd
I cantini sono realizzati con una bioplastica di recente scoperta e ad alte prestazioni acustiche che deriva dalla canna da zucchero e da noi denominata ‘Sugar. Le corde rivestite sono realizzate in rame rosso anallergico e a bassa rumorosità sotto le dita.
Informazioni tecniche:
Conversione diametri: Sugar= Nylon x .91.
Esempio: 0,71 mm Nylon x .91= 0,646 mm Sugar (in pratica 0,65 mm).
I set hanno una tensione di lavoro di 3,4 Kg per corda.


Perché Aquila Corde ha scelto corde non filate per il Re del set Oud Arabo e il Mi del set per Oud Turco?
Nei set per Oud Arabo e Turco, la terza corda (Re o Mi) è normalmente costituita da una filata (così come avviene per la quarta corda nel set per Oud Iracheno). Una corda filata ha sicuramente un suono brillante, ma è anche fragile, costosa, e si arrugginisce in breve tempo.
Aquila Corde ha introdotto una nuova invenzione: le terze corde non filate.
Queste corde sono prodotte utilizzando una speciale bio-plastica caricata con polvere di metallo al fine di aumentarne la densità. Le prestazioni sono di gran lunga migliori rispetto alle tradizionali corde filate.
Le nuove corde non filate hanno una lunga durata, sono molto stabili, e presentano una superficie perfettamente liscia.
VIDEO comparativo tra corde Aquila rivestite e non rivestite:


Bassi tipo CD e CDL per Liuto e chitarra barocca: caratteristiche salienti, campo di utilizzo e procedura per la corretta installazione
Prima del 1660 circa le corde gravi per gli strumenti a pizzico e ad arco erano di puro budello.
Ad oggi vi sono due teorie esplicative: una ritiene che le corde di budello fossero state ritorte ad imitazione delle gomene marine (aumento di elasticità), la seconda teoria ritiene invece che il budello per i bassi fosse stato appesantito mediante concia e poi ritorto.
Questa seconda opzione è quella da noi sostenuta e che ha portato alla creazione delle corde in budello appesantito tipo C (la cui produzione è attualmente ancora sospesa).
Per ovviare a questo inconveniente abbiamo pertanto ideato le corde sintetiche appesantite di tipo CD e CDL (adatte soltanto agli strumenti a pizzico).
Corde CD
Le corde tipo CD sono corde sintetiche per i registri bassi e medi del Liuto e Chitarra Barocca caratterizzate da un elevato peso specifico ottenuto mediante cariche di polvere di rame metallico micronizzato già in fase di estrusione.
La superficie si presenta simile al budello naturale rettificato.
La sonorità è di natura percussiva, rotonda e vocale, ciò nonostante la sonorità è piena e si fonde perfettamente con l’ottava appaiata.
Le tensioni di lavoro risultano inalterate rispetto alle corde rivestite equivalenti.
Le CD sono corde che mantengono molto bene l’intonazione; esse vanno sostituire totalmente le corde filate moderne che portano a sonorità eccessivamente brillanti, estranee alla natura del Liuto.
Le corde CD sono infine suggerite anche come bassi per le tratte corte di Liuti attiorbati e i Liuti in d minor swan neck con lunghezza max =105 cm.
I diametri CD più sottili del 115 CD sono stati parzialmente appesantiti così da lavorare al meglio, senza un’eccessiva brillantezza, come 5 cori dei Liuti e come 4 & 5 cori delle chitarre barocche in genere etc.
Corde CDL
Si tratta di corde gravi di tipo parzialmente appesantito di lunghezza pari a 1,50 mt e progettate esclusivamente per i bassi delle tratte comprese tra 115 e 135 cms; vale a dire quelle degli Arciliuti storici e delle Tiorbe non storiche da ‘viaggio’ cioè (oggi in voga) a tratta media e corta.
Questa è la nostra risposta all’utilizzo inopportuno di corde di tipo rivestito come bassi degli strumenti di questo tipo le quali vanno a produrre una sonorità più adatta… al Sitar che al Liuto.
Abbiamo limitato intenzionalmente la lunghezza a 150 cms al fine di evitare che corde di questo tipo vengano installate come bassi in tratta di tiorbe storiche (per questi strumenti vanno bene invece le corde di budello o quelle sintetiche NGE).
Nota bene: la sensibilità dell’orecchio umano verso le basse frequenze è molto scarsa onde per cui da vicino si è indotti a pensare che questo tipo di bassi non abbia sufficiente energia acustica come le corde rivestite i quali si percepiscono più brillanti a causa della loro ricchezza di armonici (vedere la ‘curva dei Phon’).
La scienza della Fonometria dimostra però che le frequenze più gravi non subiscono attenuazione alcuna sia per effetto della distanza che per la presenza di eventuali elementi fono assorbenti come sedie, persone, tendaggi etc etc. Viceversa le frequenze più acute subiscono un assorbimento notevole. Il risultato è che una tiorba montata con corde rivestite non regge affatto alla distanza e alla presenza di situazioni fono asorbenti mentre una montata con i nostri bassi CDL si percepisce ancora in maniera notevole.
Corretta installazione
Sia le corde CDL che le CD sono realizzate tramite un elastomero sintetico. Come è noto, gli elastomeri sono caratterizzati dal fatto che non scivolano affatto (per questo vengono utilizzati come suola delle scarpe). Ciò stà a significare che la normale procedura di installazione delle corde in questo caso non funziona dando luogo in certi casi alla rottura della corda perché la tensione (a causa dello scarso scivolamento sul capotasto) nel tratto pirolo -capotasto risulta molto maggiore di quella del tratto capotasto-ponticello.
Il tipo CD è infatti in sé molto resistente; a puro titolo di esempio una corda 145 CD si rompe alla trazione lineare di ben 12 Kg.
La corretta procedura prevede che la corda una volta fissata al pirolo debba essere tenuta costantemente al di fuori dal solco per tutta l’operazione di messa in tensione e messa entro il solco soltanto dopo aver provveduto a tirare la corda con le mani per poi ritensionarla fino alla nota voluta.
Così procedendo la tensione tra pirolo e capotasto risulta eguale a quella tra capotasto e ponticello garantendo l’assenza di rotture e grande stabilità di intonazione.
L’uso di lubrificante/grafite nei solchi del capotasto di questo tipo di bassi non apporta alcun vantaggio aprezzabile.
Attenzione!
a causa della minore densità, i diametri delle corde CD e CDL risultano -a parità di tensione e frequenza- maggiori delle corrispettive corde rivestite. Si potrebbe pertanto rendere necessario un certo allargamento dei fori del ponticello e dei piroli. Si prega di verificare i diametri reali delle corde CD e CDL nelle tabelle dei diametri
Set Orchestra
COME SUONARE DELLA MUSICA SINFONICA (Brahms, Verdi, Beethoven, ecc.) AVENDO A DISPOSIZIONE SOLO CHITARRE?
La serie Orchestra rappresenta la nostra migliore risposta a coloro che desiderano espandere le possibilità della chitarra classica e liberarla dal mero ruolo di solista o di duetti/quartetti etc dove tutte le chitarre presentano la medesima accordatura (per fini educazionali, compositivi etc). Tutto questo si ottiene senza dover accquistare un nuovo strumento, bensì utilizzando già quelli a disposizione.
Le mute della serie Orchestra infatti hanno la peculiarità di essere state progettate per poter essere installate sulla chitarra tradizionale. Da ora non è più necessario disporre ad esempio di una chitarra terzina/basso etc.
Questa nostra soluzione permette pertanto di mantenere la massima economicità (sempre gradita nelle scuole ed istituti a carattere musicale) e semplicità di intervento: cambiando la muta - a parità di strumento - si può espandere la gamma di frequenze sino a coprire l’intero range dell’orchestra sinfonica (Dal Contrabbasso al Violino). Nel caso del range del Violino è richiesto un capotasto mobile al 5 tasto; in alternativa è possibile utilizzare un Guilele che sia stato montato con la nostra muta in Mi acuto cod. 145C.
I numerosi vantaggi passano dall’educazione musicale, al concertismo sino ai compositori attuali.
Corde NNG: miglioramenti introdotti a partire da Ottobre/Novembre 2018.
Le problematiche talvolta riscontrate in questo tipo di corde sono:
- Episodi di rotture nei calibri 36-46 NNG
- I cantini NNG (36-46 NNG) hanno una sonorità meno ‘silvering’ di quelli in budello naturale
- Le corde NNG di maggior spessore sono in sè maggiormente sonore di quelle di budello tuttavia non possono sostitutuire in alcune posiziioni le filate moderne (5 coro Liuti rinascimentali, le ottave più gravi, 6, 7 delle tiorbe di grandi dimensioni)
Al fine di risolvere con successo le problematiche del punto 1,2 sopra riportate abbiamo introdotto al posto del Nylgut puro una lega a bassa percentuale di polimero sugar con il nylgut stesso la quale rende una sonorità maggiormente simile al budello con un contemporaneo aumento della robustezza.
Nei calibri maggiori di 79 NNG invece, punto 3, si è provveduto a sostituire il Nylgut con la bioplastica denominate Sugar, la quale ha lo stesso peso specific e colore del Nylgut Grazie a questo cambio le sonorità sono ora notevolmente migliorate, competitive alle corde rivestite in alluminio. Grazie a questo miglioramento abbiamo aumentato il range fino al 112 NNG. Và sotolineato come lo Sugar permetta rendimenti acustici migliori anche della tipologia CD nei diametri 75 CD fino al 110 CD. Prove comparative hanno evidenziato che le corde CD, pur essendo Nylgut appesantito con metalli, presentno una sonorità più rotonda rispetto alle NNG di diametro equivalente.
Vivi felice
Mimmo Peruffo
